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1 maggio-30 giugno


C'è un momento, nella vita di ognuno, in cui si sa che un grande incanto sta per avvenire.
E' l'attimo prima del balzo, prima di una grande storia d'amore, di un cambiamento epocale.
E' l'attimo che Parigi si appresta a vivere nella seconda metà del XIX secolo.

La Ville Lumière ha preso da anni lo scettro di capitale del mondo; la troppo giovane America è ancora un mistero, dove la società che conta di città come Boston e New York guarda ancora all'Europa come un faro di sfarzo, eleganza e storia; solo Londra può rivaleggiare degnamente con la sua antagonista di sempre ma paga il dazio di un governo sì stabile, incarnato nella Regina Vittoria, ma quasi incapace di avvertire il flusso della modernità e incanalarlo verso l'albore dell'epoca moderna.
Al contrario, Parigi pare mai sazia di contrattempi, svolte, incredibili colpi di scena. Si dice che da quando la Rivoluzione ha sconvolto la Francia nulla nella sua capitale sia destinato a durare; tra i boulevards è tutto in continuo divenire e tra imperi, repubbliche e barricate il mondo intero ne ha avuta ampia dimostrazione.
A Parigi è nato l'Impressionismo, che alla sua morte lascerà degni eredi nelle avanguardie in marcia verso Montmartre e Montparnasse, luoghi dove ancora gli affitti sono ragionevoli e si può irragionevolmente sperare di creare un nuovo modo per esplorare la bellezza di un mondo in continuo mutamento, dove nemmeno le carrozze sono più sicure del loro fondamentale ruolo nei trasporti.

Tutto questo nasce da una contraddizione.
L'ancora incerta Terza Repubblica ha smantellato l'Impero da pochi anni; il ricordo di Sedan e il sangue della Comune esistono ancora e tornano, sotto varie forme, nelle vicissitudini politiche. Non vi è un vero ricambio generazionale nelle classi dirigenti e ne è la dimostrazione il fatto che, nonostante l'esilio e il ridimensionamento della nobiltà di sangue, vi sia ancora una parte della società che guarda all'aristocrazia (meglio ancora se migrata a Parigi da oltre confine) e che favorisce la nascita e lo sviluppo di una borghesia conservatrice e moderata. E' proprio questa che, allettata dai facili profitti derivanti dal forte sviluppo industriale e dal crescente espansionismo coloniale, instaura una politica di rigida difesa dei propri valori, con la presunzione di imporla anche al resto della popolazione: uno scenario vivo e moderno che fa maturare i presupposti per mutamenti destinati a ridisegnare le convinzioni, i modi di vivere e le credenze di un intero continente.

Nell'ultimo trentennio del secolo la Parigi voluta dal barone Haussmann consolida questo aspetto borghese e festoso arricchendosi ulteriormente di teatri, musei, ristoranti, sale da ballo e soprattutto di cafés.
Il sottosuolo della capitale è già percorso da quella che diverrà una delle prime reti di metropolitana; la notte viene rischiarata da un impianto a gas tecnologicamente all'avanguardia.
La contraddizione sta proprio in questo continuo contrapporsi tra modernità e progresso a valori obsoleti e bigotti. Ma non si può arrestare l'avvenire, perché può avanzare sulla punta delle baionette, precipitare da una barricata, nascere da un colpo di pennello.

In questi anni, accanto a parole come politica, società e cultura, prendono corpo e ragione d'essere altre come scienza e tecnologia. Si parla d'igiene, di chimica, di fisica e delle loro applicazioni alla vita quotidiana. Si dibatte sull'educazione, sul modo di renderla fruibile a tutti. E dall'altra parte la famiglia tradizionale comincia un percorso dove sono previste anche separazioni e una più equa distribuzione di diritti e doveri. Si comincia a diffondere l'uso delle droghe, portatrici di sogni e visioni e destinate a distruggere l'essere umano ora proteso verso ambizioni dove arte, poesia e individualità si affrontano in battaglie spesso distruttive.
E' la nascita della Rivoluzione Bohemienne, che sboccerà mano a mano che una certa torre di ferro e acciaio verrà prima commissionata e poi costruita negli Champs de Mars.
Ma ora quella torre è solo nella mente del suo creatore.
Ricordate? Siamo ancora nel momento prima di un cambiamento da cui non si torna indietro. Tutto è da decidere. Tutto è sul punto di avvenire.

L'opulento edificio della nuova Opéra è destinato a rappresentare un'isola gloriosa al centro del mare mutevole di Parigi: la sua storia è già segnata da scandali, incidenti, misteri insoluti culminati nell'incendio che, nel 1873, ha devastato la precedente sede di rue Le Peletier, e che ancora adesso continuano inspiegabilmente a trascinarsi.
Misteri che stanno già crepando e ridisegnando una superficie ancora ignota al grande pubblico, quanto agli artisti stessi. Tra le sue pareti affrescate d'oro e scarlatto prenderanno vita migliaia di città, foreste e templi in una caverna delle meraviglie pericolosa da affrontare, se non si avrà la giusta devozione verso il suo Angelo.
Questo Angelo ha un altro nome, più terribile e impronunciabile; è il custode della notte e ne è molto geloso. Protegge così la sua musica e la dona a chi ritiene degno.

Potete essere spregiudicati artisti, malinconici nobili senza terre, poeti sognatori o donne di strada, onde di quel mare dove vengono edificate stazioni avveniristiche e centri commerciali ma dovrete stare sempre attenti a dove dirigete i vostri passi: Parigi può non perdonare.

E nemmeno il suo Fantasma.