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🎄 Opéravvento!
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Se durante l’età della Restaurazione le rivalità tra le cinque grandi potenze di Francia, Gran Bretagna, Austria, Prussia e Russia si sono mantenute in termini pacifici, il ventennio 1850-70 è caratterizzato da un elevato tasso di conflittualità e di instabilità, originate soprattutto dal tentativo della Francia di Napoleone III di riaffermare la sua posizione di massima potenza continentale rovesciando il sistema uscito dal Congresso di Vienna e contrapponendosi all’Impero asburgico, che ne è cardine principe. Ma all’indebolimento dell’Austria fa da contraltare l’ascesa della Prussia, che aspirando a creare un grande Stato nazionale tedesco costituisce una minaccia intollerabile per la Francia (la quale, da oltre due secoli, fonda la sua egemonia continentale proprio sulla debolezza e sulla frammentazione politica della Germania): lo scontro tra Francia e Prussia è dunque inevitabile e il suo esito si rivela fatale per il Secondo Impero, segnando una svolta decisiva nella politica europea ed elevando la Germania unita al ruolo di maggiore potenza continentale, di garante di un nuovo equilibrio e di fulcro di un sistema di alleanze naturalmente mirato all’isolamento della Francia sconfitta. Sul piano delle politiche interne la sconfitta delle correnti democratico-radicali nelle rivoluzioni del 1848 rallenta, ma non pregiudica, il cammino dell’Europa verso forme più avanzate di governo rappresentativo: la Gran Bretagna consolida, e rende più aperte, le sue istituzioni liberali; non solo la Francia si ritrasforma in repubblica e regimi a forte vocazione autoritaria – a eccezione della Russia – si evolvono dando maggior peso agli organismi elettivi, allargando l’area degli aventi diritto al voto (dal 1870 il suffragio universale maschile è in vigore sia in Francia che in Germania) e mostrando una più forte sensibilità nei confronti dei problemi sociali emergenti.
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